I libri illeggibili
«È un libro di comunicazione plurisensoriale, oltre che visiva. Fu così che nacquero i "libri illeggibili", così chiamati perchè non c'è niente da leggere ma molto da conoscere attraverso i sensi»
(B. Munari, Libri senza parole, in R. Pittarello, Per fare un libro, Milano, edizioni Sonda, 1993)
«È un libro di comunicazione plurisensoriale, oltre che visiva. Fu così che nacquero i "libri illeggibili", così chiamati perchè non c'è niente da leggere ma molto da conoscere attraverso i sensi»
(B. Munari, Libri senza parole, in R. Pittarello, Per fare un libro, Milano, edizioni Sonda, 1993)
L'artista e designer italiano Bruno Munari (1907-1998) ha realizzato il Libro Illeggibile tra gli anni '40 e '50 come parte della sua ricerca su strumenti creativi per bambini e innovazioni di design per adulti. e da allora sono comparsi in varie mostre in tutto il mondo.
Tra i suoi libri illeggibili:
Libro illeggibile MN 1
Il libro "illeggibile" è di formato quadrato con i lati che misurano dieci centimetri. Le uniche scritte compaiono sulla copertina grigio chiaro: "Libro illeggibile MN 1 di Bruno Munari Edito da Maurizio Corraini - Mantova". Le 32 pagine sono colorate - arancio, giallo, verde, azzurro - di dimensioni differenti e sembrano legate in modo del tutto casuale da una sottile cordicella. Fa parte di un gruppo di libri definiti "illeggibili" perché non hanno parole da leggere, ma hanno una storia visiva che si può capire seguendo il filo del discorso visivo".
Libro illeggibile N.Y.1
Libro illeggibile N.Y. 1. Così si chiama questo volume che Munari ha realizzato nel 1967 per il Museum of Modern Art di New York , in occasione della mostra "Two graphic designers".
È un libro di cartoncino rosso, nero e grigio. Cartoncino bucato, con fori perfettamente rotondi che lasciano intravedere le pagine successive, che come porte ci conducono a un cuore di pagine traslucide che svelano piano piano il percorso di un luminoso filo rosso. Questo filo attraversa lo spazio, per sparire infine nell'ultima pagina, giocando con le spirali-scarabocchio che Munari dissemina tra le pagine. È un libro senza storia, senza parole, ma racconta molto di noi stessi. I colori vengono percepiti da ognuno in modo unico. Non si tratta solo di vedere ma di sentire in un senso ampio. Con il tatto: carta ruvida che si alterna a carta liscia; con l'olfatto: il cartoncino, i fogli traslucidi, e il libro hanno odori distinti (e chissà dov'è stato conservato, questo volumetto così sorprendente, prima che approdasse fra i nostri libri); con l'udito: scorrendo fra le pagine, il filo non fa sempre lo stesso rumore, perché interagisce con carte diverse in modo diverso. A Cruno Munari interessa la forma, non come concetto, bensì per come la possiamo sentire, e per come effettivamente la sentiamo.
È un libro di cartoncino rosso, nero e grigio. Cartoncino bucato, con fori perfettamente rotondi che lasciano intravedere le pagine successive, che come porte ci conducono a un cuore di pagine traslucide che svelano piano piano il percorso di un luminoso filo rosso. Questo filo attraversa lo spazio, per sparire infine nell'ultima pagina, giocando con le spirali-scarabocchio che Munari dissemina tra le pagine. È un libro senza storia, senza parole, ma racconta molto di noi stessi. I colori vengono percepiti da ognuno in modo unico. Non si tratta solo di vedere ma di sentire in un senso ampio. Con il tatto: carta ruvida che si alterna a carta liscia; con l'olfatto: il cartoncino, i fogli traslucidi, e il libro hanno odori distinti (e chissà dov'è stato conservato, questo volumetto così sorprendente, prima che approdasse fra i nostri libri); con l'udito: scorrendo fra le pagine, il filo non fa sempre lo stesso rumore, perché interagisce con carte diverse in modo diverso. A Cruno Munari interessa la forma, non come concetto, bensì per come la possiamo sentire, e per come effettivamente la sentiamo.
Yksi
In finlandese, “Yksi” significa ‘uno’: unico come il foglio di cartone completamente riciclabile e spesso 16 millimetri che compone l’omonima sedia ideata dal designer industriale Antti Pulli insieme ad Alexander Brink entrambi studenti alla “University of Art & Design Helsinki” (la famosa università dedicata alla memoria di Alvar Aalto). Si monta rapidamente, pesa poco più di un chilo e mezzo, non ha materiali di scarto in seguito all’assemblaggio e le varie parti si uniscono con del nastro biadesivo. Si piega seguendo le porzioni della superficie non rivestite e gli incastri garantiscono ulteriore resistenza al tutto.
Alvar Aalto
Alvar Aalto creò il vaso Aalto per Iittala e per la Fiera Mondiale di Parigi del 1937. La linea di vasi creata da Alvar Aalto in varie forme, dimensioni e colori vinse il concorso, al quale egli partecipò con lo pseudonimo "I pantaloni di pelle della donna eskimo". La natura fu fonte di ispirazione per molti lavori di Alvar Aalto , è probabile che le forme di questa collezione derivino dal paesaggio finlandese e dai suoi laghi. Alvar Aalto non volle indicare quale uso fare di questo oggetto in vetro, ma volle che fossero le persone stesse a deciderlo e forse questo è il segreto che ha permesso alla collezione Aalto di rimanere sempre moderna e fresca. I pezzi possono essere esposti in gruppo o singolarmente,
Mario Botta
“Un divano disegnato come uno spazio che ti avvolge e cattura.. Nel corso dell’iter progettuale la struttura si è a poco a poco dilatata sino a trasformarsi in una tesatura forte e trasparente.” (Mario Botta, in Mario Botta, Costruire les objets, Fondation Louis Moret, Martigny 1989)Poltrona fuori produzione che presenta una struttura in lamiera forellata con uno schienale e sedile in poliuretano espanso rivestiti in pelle lavorata a due colori.
Ne sono previste tre versioni: singola (“il principe”), doppia (il re e la regina”) e ancora doppia con posti contrapposti (“l’orientale-occidentale”).
Ne sono previste tre versioni: singola (“il principe”), doppia (il re e la regina”) e ancora doppia con posti contrapposti (“l’orientale-occidentale”).
Andy Warhol
Andy Warhol, nato negli Stati Uniti nel 1928, morto a 59 anni, è stato sicuramente uno dei più autorevoli rappresentati del movimento Pop Art americano. Artista poliedrico si è cimentato con assoluto successo nella pittura e nella scultura, passando dalla regia e la produzione. Tra le molteplici opere artistiche, prodotte con l’ausilio dell’impianto serigrafico, si ricordano su tutte Che Guevara,M. Monroe
e Mao Zedong,
Keith Haring
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